venerdì 5 febbraio 2016

Piatti Bell..i e Buoni: Cucina di qualità nel quartiere Coppedè

Il 22 gennaio scorso la campana di Bell, nuovo locale in zona Coppedè, ha suonato per blogger e stampa presenti alla serata di inaugurazione del ristorante, situato in uno dei quartieri più eleganti e affascinanti della capitale. L'interno non delude le aspettative e le suggestioni di cui il luogo è carico, complice l'elegante progetto architettonico curato da Luca Braguglia.
Gli spazi risultano intimi e luminosi e la calda e "mediterranea" atmosfera che si respira è frutto di un'armonica fusione di forme, colori e materiali diversi.
Centro focale della sala interna una campana storica risalente al 1731 che oltre a rendere omaggio al locale, da il nome alle "Campanelle", piatto forte della casa, composto da tapas di carne, quinto quarto, pesce o vegetariane, da abbinare a un drink per aperitivo o da ordinare come sfizioso antipasto.
Più in generale l'offerta gastronomica di Bell spazia dalla cucina tradizionale romana alle pizze gourmet, con un occhio sempre attento alla dimensione internazionale. Minimo comun denominatore l'estro creativo dello Chef Gabriele Cordaro, che nonostante la giovane età vanta già un curriculum di tutto rispetto. I piatti che abbiamo avuto il piacere di assaggiare, avevano tutti un'anima e un'idea ben precisa, nonché materie prime di altissima qualità.




Un esempio? L'Uovo a 65 gradi con crema di stracchino, funghi e pane di segale, dal sapore deciso e con un'interessante gioco di consistenze. A seguire dei Taglioni "36" (dal numero dei tuorli per Kg di farina) con capesante scottate e mantecate alla senape, piatto che più di tutti mi ha entusiasmato e conquistato. 
Non da meno il Cervo marinato al cacao, purè affumicato, nocciole, lamponi e demi glacé, di cui avrei fatto volentieri il bis!
Per chiudere un London 5 p.m con mousse di latte, sfere di the, aria Limone e shortbread alla cannella, dolce dal gusto ricercatamente british. 
A voi consiglio di provare questi e i molti altri piatti che compongono il menù...senza dimenticare di assaggiare le pizze, un mix entusiasmate di sapori e colori della nostra penisola, come quella con quenelle di ricotta, noci e miele o quella con gorgonzola, noci e mieleo bufalaemulsione di basilico e pomodori confit. Dietro il forno a legna troverete Donato Belloro, giovanissimo pizzaiolo romano con sangue campano, che utilizza un impasto lasciato lievitare 48 ore.
Centro gravitazionale del locale è anche e sicuramente il bancone del bar, dove barladies professioniste preparano cocktail d'autore e attorno al quale, durante i diversi momenti della giornata, troverete di sicuro una ragione per restare!
Grazie a MgLogos per l'invito!
Bell
Via Chiana, 80/86
Roma
Tel 06/8551076
Aperto tutti i giorni dalle ore 16.00 alle 24.00

lunedì 13 luglio 2015

Il Manuale del piccolo Chef

Tempo fà in occasione di un evento all'Ambasciata finlandese a cui ho partecipato, ho ricevuto in omaggio una copia di questo libro e in duplice veste, sia di mamma che di food blogger, non potevo non recensirlo.




Insieme alle mie due figlie Elena e Sofia, lo abbiamo prima sfogliato, poi assaporato, ricetta dopo ricetta. Entrambe entusiaste, soprattutto la grande è rimasta colpita dalla semplicità e approcciabilità dei piatti proposti, ansiosa di sperimentarli. Il libro infatti è un vero e proprio manuale e i piccoli Chef di età compresa fra i 3 e 6 anni sono invitati a cimentarsi nella realizzazione di ricette salutari e gustose, eseguibili in piena autonomia ma anche in sicurezza, grazie alla supervisione di un genitore e all'osservanza di alcune regole suggerite in un'apposita sezione del libro. L'invito a divertirsi ai fornelli e resistere alla tentazione di portare in tavola cibi pronti, si estende quindi anche ai genitori e all'intera famiglia che in cucina può ritrovare la gioia di condividere momenti speciali, formativi e costruttivi. Perché la cucina è molto più che sfamare o nutrire, "è esplorare, mescolare, toccare, manipolare, rompere, sminuzzare, spremere, spezzettare cibi e ingredienti..." come leggiamo nella Prefazione all'edizione italiana. In una parola sola: sperimentare e mettere a frutto capacità e creatività, creando il clima favorevole a suggellare ricordi e vissuti famigliari importanti per la crescita.
Le ricette raccolte nel libro sono internazionali e quindi adatte a tutti i gusti e la divisione per categorie le rende facilmente consultabili. Ogni ricetta poi è contrassegnata con dei fiori, che da 1 a 3 indicano il tempo necessario alla realizzazione e da compiti specifici, che a seconda dell'indicazione, possono essere svolti dai bambini in piena autonomia o con l'aiuto di un adulto. Vi sono poi mansioni che per ovvi motivi di sicurezza possono essere svolti solo dai "grandi" e in quel caso spetterà al piccolo Chef supervisionare il tutto! Trovo vincente sia l'idea sia i valori che questo libro veicola: l'amore per gli ingredienti freschi e genuini ma anche e soprattutto la gioia di spendere del tempo con i propri figli, condividendo la preparazione dei pasti e rafforzando così la loro autostima e autonomia. L'insegnamento più importante che mi ha lasciato questo libro? "Se qualcosa vi rende nervosi, fate un bel respiro e cercate di rilassarvi. C'è un regola da applicare nella cucina del piccolo Chef: calma! Non si litiga e non ci si lamenta, ci si diverte e basta".

Maija Koski, Mikka Jarvinen,
Il Manuale del piccolo Chef
Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 2015 


martedì 7 luglio 2015

Il Friuli a Roma in un "Concerto del gusto"

Roma 22 Giugno, Parco della Vittoria. Alla partenza del gustoso tour promosso dal Consorzio Friuli Venezia Giulia, io c'ero. Con tanto di marito che festeggiava il compleanno lo stesso giorno al seguito! Una serata speciale, una sinfonia di saperi e sapori in grado di restituire quanto di più caratteristico e meritevole di assaggio propone il territorio. Bene 57 le aziende top-quality presenti: 20 ristoratori, 21 tra vignaioli e distillatori e 16 artigiani che in un crescendo di proposte enogastronomiche hanno portato in scena un vero "Concerto del Gusto".


Welcome!


Si perché gli Chef dei ristoranti del gruppo hanno preparato live i loro piatti, grazie a delle cookie station allestite per l'occasione, regalandoci emozionanti momenti e trasmettendoci tutta la loro passione, competenza e professionalità. Ho assaggiato praticamente tutto e come sempre succede alcune canzoni più di altre ti restano nel cuore. Come nel caso dei Cjalsons ai fichi e ricotta affumicata (Al Paradiso) o del baccalà mantecato con cubetti di polenta arrostita (Da Nando/ Mulino Zoratto) con il quale siamo stati accolti.


baccalà mantecato con cubetti di polenta arrostita


E che dire dell'incontro quasi commuovente con il San Daniele classico 24 mesi e quello "fumato al taglio", ossia affumicato dopo 16 mesi? Buonissimo anche il "Prosciutto al cartoccio", dell'Azienda Dentesano cotto all'interno della pasta di pane, esaltandone così sapori e profumi. Fra un assaggio e l'altro poi sono diventata fan accanita del Montasio delle Latterie Fiulane, che ho degustato fresco, mezzano e stagionato, uno più buono dell'altro.
Ci sono stati poi prodotti che non mi sarei mai aspettata di trovare e assaggiare, come la trota affumicata di San Daniele dell'Azienda Friul Trota e la tartare di tonno, soja, Gonna Wakame e salsa di lampone che porta la firma del Ristorante Ilija.

tartare di tonno, soja, Gonna Wakame e salsa di lampone

Menzione a parte meritano i dolci e le squisite bontà che hanno degnamente chiuso la serata. Dalle 22 in poi chiunque volesse scambiare due parole con me e mio marito poteva trovarci allo stand della Scian e subito dopo a quello della grappa Nonino!
E come darci torto se vi dico che ho assaggiato il più buono gelato al cioccolato bianco della mia vita? Realizzato con caffè Doi Chang di Oro Cafè ne ricordo ancora chiaramente l'aroma e lo squisito sapore. Mio marito ha invece optato per una sbrisolona bagnata con Grappa Nonino Monotivigno Chardonnay in barreques Limited Edition, al quale ho risposto con dei deliziosi biscotti: al grùè di cacao, al caramello salato e alla mela e cannella.
Non mi permetto di citare i vini e le cantine perché non sono un'intenditrice. Una cosa però ve la posso confessare: non dovendo guidare mi sono concessa ben due mojito preparati dai bartenders dello stand Nonino...e per una che si definisce quasi astemia è tutto dire!

che siringa!!!

Grazie a Giulia Murdocca e a Mg Logos per averci regalato una serata indimenticabile!


Gruppo foodies!!!

Per scoprire tutte le date della stagione 2015 dei Concerti dei Solisti del Gusto consultare il sito Internet www.friulideisapori.it


giovedì 14 maggio 2015

Provato per voi: Lumie di Sicilia a Roma

Se è pur sempre vero che "non è tutto oro quello che luccica", Lumie di Sicilia a Roma rappresenta l'eccezione che conferma la regola. Tempo fà ero in zona Monteverde con mio marito ed eravamo alla ricerca di  un ristorante dove poter consumare un pasto veloce senza spendere una fortuna.
Ed è così che fortuitamente e fortunatamente ci siamo imbattuti in questo tipico ristorante messinese. Attratti infatti, dalla sfavillante pulizia delle numerose porte-finestre del locale, siamo entrati e subito sull'uscio, il proprietario ci ha simpaticamente accolti e fatti accomodare. Da quel momento in poi è iniziato un esotico viaggio, che attraverso i colori, profumi e sapori del locale, superato lo stretto di Messina, ci ha riportato alla bella terra di  Sicilia. Guidati dallo charme d'altri tempi del 'patron', abbiamo assaggiato una deliziosa melenzana ripiena con tonno e capperi, mezze maniche al ragù di pesce spada e ravioli di ricotta con una delicata emulsione all'arancia.

Ravioli di ricotta con emulsione all'arancia

Melanzana ripiena con tonno e capperi
Non abbiamo ordinato altro, un po' perchè davvero non volevamo esagerare, e un po' perchè diciamolo, i prezzi non sono da hosteria, e per un pasto completo, dall'antipasto al dolce, non si spende meno 50 euro ciascuno. C'è però da dire che sono davvero soldi ben spesi: la qualità delle materie prime è indiscutibile, i piatti in menù pochi ma preparati a dovere e la presentazione, sebbene "vecchia scuola", è degna di questo nome.
Nel complesso, complice le pareti dipinte di blu, l'arredo caratteristico impreziosito da maioliche e ceramiche originali sicule, non possiamo che promuovere a pieni voti questo ristorante. Rimandata simpaticamente a settembre invece, la cameriera che ci ha servito!
Ho infatti mangiato i miei ravioli quando ormai erano poco più che tiepidi, per un errore, a sua detta dello Chef. Mio marito ha infatti ordinato un piatto di pasta al ragù di pesce, che capirete bene, poco c'entrava con le mezze maniche al pesto di pistacchio che con grande stupore sono arrivate al nostro tavolo. Quasi quasi, invasi da un profumo che non vi dico, ci stavamo ripensando, ma il richiamo del mare era troppo, ed abbiamo fatto riportare il piatto in cucina (per fortuna poi subito dirottato verso un altro cliente). La cameriera, a onor del vero, si è scusata all'istante, e ha prontamente rimediato all'errore. Per questo penso proprio che se mai dovessi ricapitare in zona tornerei e con piacere a mangiare da "Lumie di Sicilia".

Laura

Lumie di Sicilia
Via Fratelli Bonnet, 41 Roma

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mercoledì 13 maggio 2015

#Instagnam: Di dolci ricordi e madeleines

Questi dolcetti sono noti per aver ispirato Marcel Proust nella famosa opera "Alla ricerca del tempo perduto":
"Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me..."
 
Personalmente mi riportano alla memoria i pomeriggi in cui mia mamma più che sfornarle li acquistava già confezionate e io e mia sorella ne mangiavamo a volontà! Non credo fossero particolarmente buone e non so neppure se si trovino ancora in commercio, ma quel loro sapore inconfondibile le rendeva e le rende una dolce con un gusto inconfondibile. In più rappresentavano una coccola gastronomica che ricordo con affetto e un pizzico di nostalgia.
Io ho provato a rifarle da me e il risultato vi dirò..non è stato per niente male!
Certo..mai come quelle della mamma;)
 
Ingredienti (per circa 18 dolcetti)
100 gr di farina
80 gr di burro
6 gr di lievito in polvere (o cremor tartaro)
3 cucchiai abbondanti di latte
2 uova piccole (o 1 uovo e mezzo medio)
80 gr di zucchero
4 gocce di aroma di mandorle
 
 
#Instagnam: madeleines

 
Procedimento
Amalgamate per prima cosa bene le polveri: mescolate la farina setacciata con lo zucchero e il lievito.
Fondete il burro al microonde e versate al suo interno le gocce di aroma di mandorla. Lasciate raffreddare.
In una ciotola, aiutandovi con una frusta, sbattete le uova con il latte, aggiungete al composto la farina e infine il burro precedentemente sciolto.
L'impasto non deve risultare nè troppo liquido, nè troppo denso.
Inoltre il segreto per una perfetta riuscita delle madeleines è lasciar riposare il composto in frigo almeno mezz'ora prima di trasferirlo nello stampo.
Trascorso questo tempo non vi resta che riempire l'incavo dello stampo, aiutandovi all'occorrenza con due cucchiaini. Fate cuocere i dolcetti in forno pre-riscaldato a 180° gradi per circa 10-15 minuti, fintanto che non saranno ben dorate.

Laura

martedì 12 maggio 2015

Torta Fra...golosa!

Tempo di fragole, di dolci e pentimento, almeno per me che sono a dieta...(o almeno ci provo!)
Non potendo sperimentare quindi condivido e rendo onore alle ricette ben riuscite delle mie amiche, come la torta che Gina ha postato qualche settimana fà su Facebook. Non che abbia riposto padelle e mestoli, ma almeno sui dolci, che tanto alla fine poi assaggio sempre, per il momento ho deciso di soprassedere. Non me ne vogliate!
Vorrà dire che appena calerò almeno 3 kg me la concederò come premio e per il momento me la gusto con gli occhi e ve la posto.
 
Alla prossima!
Laura
 
 
Ricetta


Torta Fra..golosa! by Luigina Mambuca
 

domenica 3 maggio 2015

#Quantobasta: Frittelle di asparagi

Una delle fonti di ispirazione in cucina è sicuramente mia suocera. Le sue sono ricette forse poco glam e ipercaloriche ma anche semplici e genuine, capaci di raccontare senza parole una storia. L'unico problema è che se chiedo a Maria di darmi dosi e procedimento, sento sempre rispondermi la stessa frase: "Per la quantità ti regoli: mettine quanto basta". Sarà dunque questo, d'ora in avanti, il mantra con cui vi presenterò ogni sua ricetta: #Quantobasta.
Il lato divertente e avvincente è che, cercando di riprodurre lo stesso sapore e giungere allo stesso risultato, si aprono infinite vie di sperimentazione e personalizzazione, almeno quante sono le bocche da sfamare: si, perché poi, alla fine, ognuno dice la sua! Come nel caso delle deliziose frittelle di asparagi che ho mangiato la settimana scorsa in Calabria, con cui, al posto della corona di fiori, siamo stati calorosamente accolti. Io, a dispetto dell'originale, ho aggiunto anche del parmigiano sopra a caldo, per smorzare ancor più il sapore amarognolo degli asparagi. Voi regolatevi di conseguenza e reinterpretatela come più vi aggrada. D'altronde, credo sia questo uno dei valori aggiunti del passaparola, anche in cucina: maggiori sono i gradi di separazione dall'originale, più cresce il valore sociale dei contenuti veicolati e condivisi.
Voi che ne dite?
 
Ingredienti
 
Asparagi selvatici q.b.
Uovo q.b.
Parmigiano grattugiato q.b.
Sale q.b.
 
 
#Quantobasta: Frittelle di asparagi
 
 
Procedimento
Pulite, lavate e sbollentate per circa 10 minuti gli asparagi selvatici.
Tagliateli a pezzetti e versateli in una ciotola. Aggiungete a piacimento parmigiano grattugiato, sale e volendo pepe. Il composto deve risultare né troppo liquido né troppo denso, quel tanto che basta per riuscire a raccoglierlo in un cucchiaio e formare dei piccoli "bocconcini" da friggere in abbondante olio (extra vergine d'oliva, meglio; olio di semi va bene ugualmente). Servire caldi, se volete, con una spolverata extra di formaggio!

Laura